Tra le più importanti e suggestive esperienze di Arte Pubblica degli ultimi anni è impossibile non citare il monumentale fregio Triumphs and Laments realizzato a Roma dal William Kentridge nel 2016.
Kentridge, nato in Sudafrica nel 1955, è un artista poliedrico, che è stato capace di imporsi sulla scena internazionale tanto come artista visivo, quanto come autore teatrale e regista d’animazione.
La sua capacità di spaziare attraverso tecniche e suggestioni molto diverse ha caratterizzato la sua ricerca e la sua estetica, i cui contenuti invece hanno fondamenta nella politica – in particolar modo quella del suo paese natale – ma anche nella scienza, nella letteratura e nella storia.
Triumphs and Laments, un vero e proprio omaggio alla città di Roma, consiste in un fregio lungo 550 metri realizzato lungo il muraglione destro che cinge il fiume Tevere, tra Ponte Sisto e Ponte Mazzini, nel quartiere di Trastevere. Esso è costituito da circa 80 figure dall’altezza media di 10 metri, sagome evocative che compongono quello che può essere considerato un iconico racconto antilineare della città, della sua storia e degli uomini e le donne che l’hanno resa grande.
Queste enormi silhouette si susseguono, senza soluzione di continuità, unendo l’antico e il moderno, la storia e il mito, le gioie e i drammi (non a caso il titolo dell’opera significa “trionfi e lamenti”), sottolineando spesso le analogie e gli scambi tra il passato e il presente.
Così lungo il fiume, simbolo della città eterna, si stagliano le figure della lupa capitolina, di Romolo e Remo, di Marco Aurelio a cavallo e del rogo di Giordano Bruno. E’ possibile vedere anche la figura di Mussolini, così come le immagini della breccia di Porta Pia, del rastrellamento nel Ghetto o del ritrovamento del corpo di Aldo Moro e ancora gli omaggi all’arte, con le immagini tratte dal grande cinema, con Anita Ekberg e Marcello Mastroianni in La dolce vita o Anna Magnani in Roma città aperta, con la figura di Pasolini o i rimandi a Bernini e alla Cappella Sistina.
Il fregio, che è stato inaugurato il 21 aprile 2016 con una processione composta da due gruppi di musicisti e figuranti che si sono incontrati proprio sotto le figure, ha richiesto oltre 6 mesi di lavoro ma soprattutto un lungo percorso di elaborazione e trattativa per l’ottenimento dei permessi. L’ente promotore è stato l’associazione onlus Tevereterno, che ha raccolto, a partire dal 2012, i capitali utili alla realizzazione dell’opera.
Sicuramente interessante anche la tecnica di realizzazione: il fregio non è stato dipinto, bensì ottenuto con un processo di sottrazione. L’artista ha infatti realizzato degli stencil che sono stati applicati sui blocchi di travertino dei muraglioni. Le pareti, sulle quali nei decenni si è accumulata una patina di inquinamento e residui biologici, sono state “lavate” con un’idropulitrice seguendo le sagome tracciate dall’artista, facendo così emergere le figure.
Una tecnica tanto suggestiva quanto effimera. Le immagini, infatti, spariranno in poco tempo, inghiottite da quegli stessi agenti naturali, inquinanti e atmosferici dalle quali sono state liberate attraverso il processo dell’artista. Le figure, così, continueranno a vivere solo nel ricordo di chi le ha viste e nelle fotografie scattate dai tanti visitatori che sono rimasti affascinati dall’opera di Kentridge. Triumphs and Laments diverrà così l’ennesima comparsa, fugace ed effimera, della storia millenaria della città di Roma.
PER APPROFONDIRE
:https://www.raiplayradio.it/audio/2020/05/TE-LA-DO-IO-LaposARTE-e8f49c35-3bf4-487b-ba62-635e272a668e.html?wt_mc=2.www.wzp.raiplayradio_ContentItem-e8f49c35-3bf4-487b-ba62-635e272a668e.&wt
https://eternaltiber.net/triumphs-and-laments-the-frieze/#
https://roma.repubblica.it/cronaca/2016/10/23/news/roma_kentridge_il_mio_murale_un_inno_all_ottimismo_contro_la_realta_-150409206/#gallery-slider=137823449
https://www.ilclubdellornitorinco.it/triumph-and-laments-di-william-kentridge-un-anno-dopo/